LA SOGLIA
(di Lino D'Amico)
Mi smarrisco, a volte, nell'inerzia del vespro,
in un nulla profondo che circuisce i silenzi,
pire fumanti di latenti ricordi,
senza saper risvegliare il cuore
al vissuto di antichi giorni sereni,
al penetrante profumo dei tigli a primavera,
al gioco di colori di un tramonto settembrino.
Come sfrenato galoppo di cavallo scosso,
nasce, inatteso, un brivido di paure,
il ''Poi'' ignoto che nega sussurri di speranze
a questa età che ruba il nettare dell'Essere
e, crudele come poiana in caccia,
ne succhia, attimo dopo attimo, il respiro
che evapora tra l'alitare dei sogni.
La mente corre al valicare della Soglia,
all'incognito incontro con l'Angelo del Buio
ed appassisce, così, la corolla dei miei Autunni,
vani messaggi ormai affidati ad una bottiglia
che galleggia nella rabbia dei flutti
in un mare ostile, senza approdo alcuno
e che, di certo, nessuno mai leggerà.
QUANDO GIUNGERA' IL SILENZIO
(di Lino D'Amico)
Si dileguerà furtiva ogni sensazione
come tiepido fiato di brezza estiva,
come fruscio ingenuo di foglie secche
nel perdersi del soffio di un attimo
e coglierà ultime briciole di emozioni
quando, fatale, giungerà il Silenzio.
L'ATTIMO FUGGENTE
(di Lino D'Amico)
Mi smarrisco nell'abbraccio
di un refolo di brezza vespertina
tra impenetrabili involucri
di antichi amati ricordi.
A passi lenti e furtivi,
lungo confusi meandri del tempo,
cerco illusori arcobaleni
o disegni di amorfe figure
tracciate su sabbia di battigia
e cancellati poi, senza emozioni,
da lento riflusso di risacca.
Mi immergo nell'attimo fuggente
tra echi di fiabe incantate
ed il profumo di petali di viole,
poi, nell'inganno dell'utopia,
ratto, giunge Morfeo
vestito d'aloni di mistero,
insieme ai folletti della notte
ed io, comparsa impreparata,
recito copioni nuovi
sul palcoscenico delle illusioni
accanto ad attori sconosciuti
tra luccichio di stelle cadenti
ladre di ore e di minuti
e foriere di desideri desueti
persi, purtroppo, nel libro dei giorni.
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