wtorek, 6 października 2015

Al parco..

Devo stirare la camicia.Quella camicia.La camicia bianca.Quella che mi avevi sporcato con il tuo fondotinta.Col fondotinta che ti eri messa mentre io ritardavo, per ingannare l'attesa.A dire il vero non so perché l'ho buttata a lavare. Una camicia bianca e pulita non mi serve, ora.Però ormai è lavata, e prima che faccia le radici sulla pila della roba da stirare, la stiro.La stiro perché mi rilassa.C'è chi si rilassa davanti alla tivù parassita. Io mi rilasso stirando.Forse è il vapore che esce dal ferro da stiro che mi rilassa. O meglio l'odore dell'acqua aromatica alla lavanda, che mescolo nella caldaia con l'acqua. Ne basta poca per fare un buon odore.Il problema è che quell'odore ora non lo vorrei sentire, mentre stiro questa camicia.Perché su quella camicia c'era il tuo, di odore.E più passo il ferro rovente sul cotone leggero, più penso che di una camicia così, come tante, non me ne faccio niente.Sul colletto di quella camicia c'era un pezzo di te. Della tua attesa, del tuo nervoso mentre mi aspetti, dei tuoi occhi che guardano lo specchietto che hai dentro la borsetta. Si, sei bella. Quella camicia era speciale.Perché su quella camicia c'era il tuo, di odore.Il tuo odore  che non è il tuo profumo; è il tuo odore. Ed è buono, solo che tu non lo sai.È l'odore di quando mi abbracci, di quando ci baciamo, stretti.È l'odore di quando ti penso; di quando mi manchi.È l'odore che mi è rimasto su quella camicia, dopo che ti eri appoggiata su di me, mentre eravamo distesi, felici, sul nostro telo da spiaggia; steso su un mare d'erba e margherite. Mentre guardavamo le nuvole e i merli dal becco giallo, che giocavano a pallone coi bambini.Al parco.

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